21 ottobre 2022

Stress e digestione: quando il corpo manda segnali


La vita frenetica che ormai caratterizza la modernità è una continua fonte di stress, anche per chi cerca di sottrarsi ai ritmi incalzanti e alle pressioni della società. La fretta e l’agitazione, però, non si accompagnano solo ad una sensazione di mancanza di controllo e di malessere, ma possono generare altre problematiche, anche fisiche.

Stress, tensione emotiva in eccesso, sedentarietà e disordini alimentari sono frequentemente associati a problemi digestivi, cosa che influenza considerevolmente la qualità della vita, con ricorso sempre più comune a visite mediche, test diagnostici, assunzione di farmaci e continue assenze dal lavoro.

È noto che stomaco e intestino risentano in maniera chiara e significativa dei cambiamenti nello stile di vita e nello stato psichico. Come naturale conseguenza, non è possibile cercare di risolvere le problematiche del primo senza intervenire sull’altro. Per avere una buona digestione e diminuire il rischio di problemi allo stomaco, con tutti le annesse e connesse sgradevoli conseguenze, è essenziale prendersi cura di sé e del proprio benessere, sia fisico che mentale.

 

L’intestino, il “secondo cervello”

 

Come ormai dimostrato da numerosissimi studi, non si tratta solo di un'impressione soggettiva o di un fenomeno casuale: il benessere psichico e la funzionalità dell'apparato gastrointestinale sono intrinsecamente legati tra loro, influenzandosi reciprocamente in modo continuo.

Il sistema nervoso enterico, che attraverso vie specifiche del sistema nervoso autonomo e meccanismi ormonali raffinati regola il nostro intestino, viene anche chiamato in maniera significativa “secondo cervello”. In continua comunicazione con il resto del corpo, questo secondo cervello può essere considerato il centro di elaborazione di tutti i “dati” percepiti dalle cellule nervose dell’apparato gastrointestinale.

I due cervelli (o meglio, i due sistemi nervosi, quello centrale e quello enterico) comunicano attraverso un fitto dialogo di impulsi. Il primo cervello, quello “cranico”, è in grado di alterare il normale funzionamento di quello “enterico” interferendo con i suoi ritmi, ma è altrettanto vero il contrario. Stomaco e cervello, quindi, si condizionano a vicenda.

Come non bastasse, il sistema nervoso enterico contiene circa il 90% della serotonina, comunemente definita “neurotrasmettitore del benessere”, per le sue proprietà antidepressive, e il 50% della dopamina presente nel corpo umano. Queste due sostanze che svolgono un ruolo chiave nella regolazione del tono dell’umore, nelle emozioni, nella sessualità, nelle funzioni cognitive, nella regolazione del sonno e dell’appetito.

Per esempio, quando si mangia un piatto gustoso il sistema digerente attiva i propri recettori, facendo aumentare al corpo la produzione di serotonina. Una volta che questa raggiunge il cervello, si produce quella sensazione di piacere e benessere associata al consumo di un alimento gradito. Al contrario, secondo lo stesso meccanismo, quando si presenta un’infiammazione in sede intestinale gli enzimi presenti inibiscono la serotonina, provocandone un deficit a livello celebrale. La conseguenza è rappresentata da una sensazione di malessere, fino ad arrivare, in alcuni casi, a vere e proprie condizioni depressive. A riprova di questa interconnessione, risulta significativo che, il più delle volte, le persone afflitte da depressione riscontrino difficoltà nell’alimentazione, che può diventare smodata ed eccessiva o, al contrario, estremamente selettiva o insufficiente.

 

Gli effetti dello stress

 

Lo stress è una condizione complessa, provocata da sollecitazioni esterne e/o interne all'organismo, che causa una compromissione nel mantenimento dell'equilibrio fisiologico e psicologico, o omeostasi, a più livelli e con vari gradi di severità.

In generale, lo stress può essere causa di problemi come stanchezza, irritabilità, ansia, mal di testa, digestione lenta, bruciori di stomaco, insonnia e tensioni muscolari. Può persino arrivare a compromettere le difese immunitarie, portando ad ammalarsi più facilmente e con maggiore frequenza.

Pur influenzando l’intero organismo, l'apparato gastroenterico è indubbiamente uno dei primi a subire gli effetti dello stress, sia esso acuto o cronico. I problemi di stomaco sono uno dei primi e più comuni modi con cui il nostro organismo manifesta il suo malessere.

Ansia e stress possono determinare manifestazioni differenti da persona a persona, in relazione alla sensibilità individuale e all’eventuale presenza di altre problematiche a carico dell‘apparato digerente.

Se la somatizzazione dello stress si concentra nella parte superiore del sistema digestivo, si possono sperimentare soprattutto i sintomi tipici della dispepsia funzionale e del reflusso gastroesofageo, come difficoltà nella digestione, gonfiore e pesantezza dopo i pasti, mal di stomaco o crampi persistenti. 

Un’altra manifestazione può consistere nell’aumento dell’acidità gastrica, con conseguente bruciore di stomaco e gastrite nervosa (vale a dire l'infiammazione della mucosa gastrica dovuta allo stress), eruttazioni e reflusso acido, con possibili fastidi fino alla gola, nausea, vomito, mal di testa e difficoltà di concentrazione.

Il disagio a livello intestinale, invece, si esprime sotto forma di sintomi generalmente riferibili alla cosiddetta sindrome del colon irritabile, come mal di pancia localizzato nella parte inferiore dell'addome, gonfiore intestinale, meteorismo, flatulenza, fitte e crampi addominali, stitichezza e/o diarrea (spesso alternate tra loro).

Quando i dolori sono presenti in modo cronico, si ha uno scadimento considerevole nella qualità di vita, che a sua volta ha conseguenze fortemente negative sullo stato mentale, già compromesso da ansia e stress. In questo modo si va ad innescare un circolo vizioso che si autoalimenta continuamente, molto difficile da contrastare. Ultimo ma non ultimo, questa dinamica rischia di avere un impatto negativo anche su altri aspetti della vita, come la qualità del sonno.

 

Un problema comune: l’insonnia

 

I problemi a livello del sistema digerente sono alla base della liberazione di elevate quantità di cortisolo nell'organismo, definito l'ormone dello stress, prodotto delle ghiandole surrenali su stimolazione del cervello. Insieme a nervosismo, preoccupazioni, stress e ansia, ciò provoca problemi a riposare in modo sereno, con frequenti risvegli e sonno agitato, addormentamento difficoltoso o risvegli precoci, fino ad arrivare all’insonnia, il che ha comprensibilmente un impatto significativo a livello fisico e psicologico.

L’insonnia, dovuta alla tensione mentale provoca stanchezza e debolezza durante il giorno, porta ad irritabilità e nervosismo e abbassa il tono dell’umore, tutte problematiche che, a loro volta, possono interferire con l’appetito e la funzionalità dell'apparato digerente.

Inoltre, il travaglio notturno è alla base di tutta una serie di alterazioni biologiche negative, con effetti anche sulla salute gastrointestinale. Questo circolo vizioso, lo stress che crea problemi all'apparato digerente e i problemi di digestione che causano ulteriore stress, impattano di conseguenza sullo stato psichico dell'individuo, che può arrivare a forme di malattia vere e proprie.

 

Quando i problemi diventano cronici

 

Se la situazione di stress si protrae a lungo, i disturbi nella digestione possono diventare sempre più frequenti, fino a diventare cronici. In questi casi, possono comparire la dispepsia funzionale o le ulcere gastriche e duodenali.

La dispepsia funzionale comporta tutta una serie di difficoltà digestive, come sensazione di sazietà precoce, bruciore di stomaco, gonfiore, dolori addominali, eruttazioni e meteorismo, talvolta accompagnati da nausea e vomito o seguiti da alterazioni del transito intestinale, come stitichezza o, all’opposto, malassorbimento e diarrea. Queste sono tutte manifestazioni estremamente comuni tra chi soffre di stati d'ansia o è esposto a fonti di stress intenso o relativamente modesto, ma protratto nel tempo.

Inoltre, con stress e ansia molto intensi, in aggiunta ai problemi gastrointestinali, possono manifestarsi anche altri sintomi fisici, come accelerazione del battito cardiaco, palpitazioni e aumento della sudorazione, con tutto il malessere associato a queste sgradevoli esperienze.

Infine, allo stabilizzarsi dei sintomi fisici, si consolidano anche malessere e disagio psichico, oltre a problematiche più o meno gravi, dall’evitamento di certi alimenti o situazioni, fino a condizioni clinicamente depressive.

 

Come intervenire

 

Se da una parte i problemi di stomaco e di digestione sono un fastidio comune, così come lo sono lo stress e le ansie quotidiane, non è comunque facile trovare una strategia di intervento univoca e valida per tutti, a indicare la complessità della relazione.

Il mal di stomaco e i disturbi intestinali possono avere cause ampiamente variabili e non sempre di immediata identificazione. Così, nell’affrontare una situazione di malessere gastroenterico significativa o persistente, è sempre opportuno rivolgersi al medico per ottenere una diagnosi precisa, o quantomeno arrivare ad escludere eventuali patologie che necessitino di trattamenti medici specifici.

Una volta appurato che la dispepsia e il malessere siano di natura psicosomatica, ovvero legati a stress e stati ansiosi, sarà possibile adottare una serie di interventi, alcuni che si limiteranno ad agire sui sintomi, altri sulle cause del problema.

Nell’immediato è possibile ricorrere a farmaci, come gli antiacidi, per tenere sotto controllo le manifestazioni più fastidiose e placare i sintomi. Tuttavia, se non si interviene sulle cause, il problema tenderà a ripresentarsi, spesso in maniera anche più accentuata, con dispepsia (cattiva digestione) persistente e/o disagio intestinale ricorrente, complice anche l'assuefazione (con conseguente diminuzione degli effetti) ai farmaci.

Assumere rimedi sintomatici al bisogno è certamente utile, ma non risolve il problema alla radice. Per poter affrontare veramente, e si spera definitivamente il problema, è necessario focalizzarsi sulle sue cause che lo generano, cominciando dunque un lavoro che esplori la propria tendenza allo stress, le motivazioni che portano agli stati ansiosi e il contenuto delle preoccupazioni che fanno stare tanto male.

 Attraverso un percorso psicologico si potrà ristabilire un equilibrio psicoemotivo, in modo da vivere più serenamente i momenti dell’alimentazione con conseguente miglioramento della qualità di vita generale.

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