05 settembre 2022
La tanto attesa pausa estiva appena arrivata, è già finita. Si torna in città, con tutto ciò che questo comporta: il lavoro, il traffico, le commissioni sempre di fretta, gli appuntamenti pressanti, il telefono che squilla... in poche parole, la vita di tutti i giorni.
È molto comune vivere il rientro dalle vacanze con una certa ansia e con la sensazione di non riuscire a stare al passo con tutti gli impegni, anche gli stessi che, durante l'anno, sono invece affrontati con disinvoltura e spirito organizzativo.
Come non bastasse, a causa dei ritmi e delle richieste sociali e lavorative sempre più incalzanti improntate alla performance e alla responsabilità, i periodi che vengono immediatamente dopo le vacanze sono i più pesanti in termini di carico di lavoro, proprio per compensare l’assenza e recuperare il tempo “perso”. Questa consapevolezza provoca un considerevole stress, il quale può avere conseguenze negative non solo sulla vita al rientro, ma persino sulla vacanza stessa.
Definita da molti psicologi e professionisti del settore “sindrome da rientro al lavoro", a opinione di chi scrive in modo eccessivamente medicalizzante, questo tipo di malessere è però una condizione molto comune che, solitamente, regredisce spontaneamente in breve tempo.
Come riconoscerla
Le vacanze finite
sono motivo di tristezza per tutti. Tuttavia, è possibile che
l’infelicità si rifletta anche sul piano somatico, associandosi a
mancanza di energie, difficoltà a concentrarsi, mal di testa e
diffuso senso di malessere. Si possono avere difficoltà a dormire e
si può essere piuttosto irritabili.
In alcuni casi, soprattutto per le persone più predisposte, lo stress può avere importanti conseguenze sulla digestione e provocare disturbi gastrointestinali. Molti avvertono con un certo disagio una sensazione di perdita delle competenze, come percepire di non essere più capaci in certe attività o nel proprio lavoro.
In sostanza, si può riassumere il concetto considerando come, dopo un periodo di svago e di riposo, l’impatto con la routine e i doveri può essere motivo di crisi per l’individuo, talvolta fin dagli ultimi giorni di vacanza.
Per questo motivo, dunque, non è appropriato definire una momentanea difficoltà di vita come una patologia, come sembra essere la tendenza negli ultimi anni, soprattutto da parte del mondo anglosassone. Piuttosto, si tratta di una risposta psicofisiologica alla reimmersione nello stress, che può riguardare, trasversalmente e con sfumature diverse, soggetti di età differenti.
Cosa si può fare?
Pur avendo assodato che lo stress da rientro rappresenta una condizione momentanea non significa che non possa essere motivo di forte malessere e provocare sofferenza in chi lo avverte. Per questo è importante adottare una serie di accorgimenti per attutire l’impatto del ritorno alla routine e affrontare con maggiore tranquillità il periodo post-vacanze.
Pensare a una gradualità
Per evitare cambiamenti repentini, sempre destabilizzanti, è preferibile fare in modo di abituarsi al rientro per tempo, preparandosi in modo progressivo. Sul finire delle vacanze e in prossimità del ritorno a casa, si può cominciare a recuperare le abitudini della vita di tutti i giorni, ad esempio evitando abbuffate e festini o cercando di andare a dormire agli orari seguiti per il lavoro.
Una volta rientrati, le consuete attività vanno riprese con gradualità, dandosi del tempo per abituarsi ai nuovi, vecchi, ritmi.
A questo proposito, è consigliabile non rientrare dalle vacanze la sera prima di ricominciare a lavorare, per quanto ciò rappresenti una tentazione per “godersi” il periodo di riposo. Piuttosto è meglio lasciare almeno un giorno o due di decompressione, per riabituarsi al ritorno alla routine.
Questo perché, durante le vacanze, ci si abitua a orari e luoghi diversi (a volte davvero molto diversi), così che avere del tempo per riorganizzarsi con calma può rendere il passaggio meno brusco e traumatico.
Inoltre, in
questo modo ci si può riabituare alla sveglia, alla pausa pranzo e
all’idea di ritornare in ufficio, seguendo i ritmi del proprio
corpo e non quelli dell'orologio.
Durante i primi giorni, è opportuno procedere per piccoli obiettivi partendo dagli impegni meno complessi, senza farsi sommergere dalla mole di lavoro. In questa fase è essenziale concedersi le necessarie ore di riposo notturno e dare una particolare attenzione ai momenti di svago e di pausa.
Solo in un secondo momento, a fase di acclimatamento conclusa, si può passare a dedicare tempo ed energie a progetti più impegnativi, per i quali sono necessari più giorni e la collaborazione di più persone.
Il discorso della gradualità è particolarmente importante anche per chi ha dei figli che vanno a scuola. Non bisogna dimenticare che lo stress da rientro non colpisce solo gli adulti con i loro impegni lavorativi, ma può rappresentare un grosso ostacolo anche per bambini e ragazzi che, dopo mesi di vacanze, routine sregolate ed eccezioni alle regole, si trovano a dover tornare sui banchi, per giunta per diverse ore.
Per alcuni il rientro è vissuto come un vero e proprio lutto e può coincidere con una forte demotivazione, vissuti da non sottovalutare e che i genitori, ma in generale gli adulti, possono e devono aiutare ad elaborare e superare.
Riprendere (o iniziare) abitudini salutari
Nella maggior parte dei casi, una delle strategie principali per contrastare il malessere è proprio promuovere il benessere. Curare l’alimentazione, che deve essere il più possibile corretta, regolare e bilanciata, per non aggiungere problemi di digestione a una situazione già stressante.
Al contrario, combattere il malumore con l’assunzione di alcolici o con il fumo, non solo non risolve il problema, ma spesso tende a peggiorarlo.
Oltre all’alimentazione, anche praticare attività fisica regolarmente può rappresentare un utile obiettivo per l’autunno.
Se dal punto di vista meramente chimico lo sport favorisce il rilascio delle endorfine, che stimolano un senso di benessere e buonumore, si può anche considerare come l’attività fisica possa essere un’occasione per stare all’aria aperta (come durante le vacanze), oppure un’opportunità dal punto di vista sociale e relazionale, diventando un momento di svago e distensione.
Dare spazio a ciò che piace
Quando si torna alla routine, molti rimpiangono l’aria aperta che caratterizza i giorni di vacanza, il sole, le nuotate, le passeggiate, insieme alle sensazioni positive così piacevoli che permeavano tutto il corpo.
Al posto di disperarsi per la vacanza finita, si può cercare di approfittare del rientro e del provvisorio stato di benessere cercando di dedicare più tempo a sé stessi, svolgendo un’attività che sia piacevole e gratificante.
Leggere un libro, fare una passeggiata, uscire con gli amici, fare shopping o prendere un appuntamento dal parrucchiere sono solo alcuni semplici esempi, ma ognuno conosce i propri gusti e inclinazioni e sa cosa funziona per sé, e potrà in autonomia scegliere le semplici ma positive attività per non rimpiangere la fine del periodo di pausa appena terminato.
Più di ogni altra cosa, insomma, è fondamentale non “seppellirsi” immediatamente in casa o in ufficio per i mesi a seguire, bensì ritagliarsi degli spazi per sé, anche se piccoli, ma significativi.
Perché andare in vacanza dovrebbe essere un sì un periodo di svago, pausa e distrazione, ma anche un modo per ricordare il bisogno essenziale di praticare attività gratificanti, in ogni momento dell’anno.
Ricordare senza nostalgia
Non bisogna dimenticare il lato pratico che, come spesso accade, ha importanti risvolti psicologici. La valigia va disfata il prima possibile, evitando di lasciarla in giro per giorni (o settimane), per pigrizia o paura di provare nostalgia della vacanza finita. Rimanere ancorati a quello che è stato, tenendo la valigia piena, non aiuta a rientrare nella quotidianità, oltre ad essere un fattore concreto di caos e disordine, cause notorie di stress e deconcentrazione.
Se quindi è importante cercare di riporre tutto in ordine il prima possibile, ciò non significa mettere totalmente da parte quello che è stato, magari scacciando pensieri e divagazioni mentali su quanto è stata piacevole la vacanza e su momenti felici che si sono vissuti. Piuttosto, anche se ovviamente con moderazione, si possono consultare le immagini delle vacanze appena finite, magari condividendole e scambiandole con amici e parenti, insieme ai racconti e agli aneddoti delle proprie avventure e disavventure. Tenere con sé le fotografie e gli oggetti di una vacanza può essere un modo per rievocare i momenti felici trascorsi, ma non come fuga dalla realtà, bensì come supporto per fronteggiare situazioni particolarmente stressanti o in cui si sente sotto pressione.
Organizzare la prossima fuga
In maniera simile, si possono assecondare i pensieri e le divagazioni a tema vacanze, a patto che, però, si traducano in progetti concreti. Il momento del rientro delle vacanze, in questo senso, diventa il migliore per programmare gite fuori porta o finesettimana fuori città, un modo gradevole per rendere più dolce il ritorno a responsabilità e doveri.
Ma la fuga dalla routine non deve essere necessariamente un altro viaggio: a volte basta organizzare qualcosa per la settimana, come una cena o un caffè tra amici, per non abbandonarsi al solo lavoro.
Darsi degli obiettivi (e seguirli)
Settembre è il momento ideale per porsi obiettivi e buoni propositi per stare bene e su cui lavorare fino alla prossima estate.
Ci si può cimentare in nuovi hobby e attività, magari scoperti durante le vacanze, oppure tentazioni che si rimandano da tempo, come iscriversi a un corso di formazione, entrare a far parte di una scuola di ballo o unirsi ad una compagnia teatrale.
Non è necessario che siano cose grandi o cambiamenti radicali. Anzi, procedere per piccoli passi contribuirà a mantenere la continuità nei propositi.
E se non fosse solo stress?
In conclusione, lo stress
da rientro è una condizione di malessere molto diffusa e rappresenta
una momentanea difficoltà di adattamento alla vita di routine. Tutte
le sensazioni spiacevoli provocate dal ritorno dalle vacanze sono
destinate a scomparire in breve tempo, non appena i ritmi
dell'organismo si siano riabituati ai tempi e alle responsabilità
della vita quotidiana, agevolati dai piccoli e semplici accorgimenti
citati in questo articolo.
Tuttavia è importante non sottovalutare i segnali. Il malessere da rientro presenta numerose sovrapposizioni con altre problematiche, di natura depressiva, che sono invece più radicate e persistenti.
Se il malessere dovesse continuare o provocare un disagio ritenuto eccessivo, è consigliabile cercare il supporto di un professionista, in grado di distinguere tra crisi passeggera e problema radicato.
Inoltre, lo stress da rientro altro non è, in sostanza, che una manifestazione legata all’ansia, nelle sue varie sfaccettature. Solo comprendendo il motivo per cui si tende a rimandare tutto il lavoro a settembre, o che induce a non ritagliarsi mai uno spazio per sé fino a che non si è esauriti, è possibile evitare del tutto di provare il malessere post vacanze. L’ansia nella vita quotidiana affligge molte persone, in gradi differenti. Analizzandone il messaggio è possibile contenerla e adoperarla a proprio vantaggio, per dominarla senza più esserne dominati.
Da una cosa apparentemente banale come lo stress da rientro, passeggera e facilmente superabile, scaturiscono però domande e riflessioni anche significative che, se accompagnati da un professionista, possono trovare risposte e modi nuovi di affrontare le situazioni e i momenti di difficoltà.
Informazioni personali

- Emma Messina
- Sono una psicologa abilitata e un’insegnante, con esperienza più che quinquennale nel settore.
Nel mondo scolastico, ho maturato un'esperienza particolare nei confronti di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, problemi di motivazione e di ansia da prestazione. Da anni tengo lezioni sul metodo di studio a studenti di ogni età, per promuovere l’autonomia, rinforzare l’autostima e recuperare le abilità scolastiche.
Parallelamente, offro un servizio di sostegno ai genitori, affinché possano mantenere e consolidare i risultati ottenuti dai figli in un clima di serenità e reciproca comprensione.
Servizi offerti:
- Processo di diagnosi e Valutazione Psicologica;
- Tutoring elementari/medie/superiori/università;
- Orientamento;
- Crescita personale;
- Sostegno genitoriale;
- Consulenza psicologica.
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