01 settembre 2025
Settembre è un mese di inizi: nuovi quaderni, nuovi compagni, nuove sfide. C’è chi lo vive con entusiasmo, pronto a ricominciare, e chi invece lo affronta con un senso di pesantezza che cresce man mano che le vacanze finiscono. Per molti bambini e ragazzi il ritorno a scuola è accompagnato da agitazione, notti insonni, mal di pancia o irritabilità.
In alcuni casi diventa terreno di litigi familiari, soprattutto quando entrano in gioco i compiti delle vacanze, spesso lunghi, ripetitivi e vissuti come un fardello impossibile da smaltire. Così, anziché essere un periodo di riposo, le ultime settimane d’estate si costellano di continui scontri, resistenze quotidiane a mettersi al tavolo, crisi di pianto e rifiuto, fino a discussioni che trasformano il tempo in famiglia in una perenne tensione. Nei ragazzi più grandi, in aggiunta, i compiti possono diventare una fonte di sensi di colpa (“non ce la farò mai a finirli”), con conseguente nervosismo, procrastinazione e calo dell’autostima.
Il rischio è che, anziché con la serenità necessaria per affrontare il nuovo anno, la scuola inizi già con un bagaglio di stress e conflitti familiari, che lasciano tutti esausti, proprio alla vigilia della ripartenza.
Perché alcuni ragazzi sono più vulnerabili
Non tutti i bambini e gli adolescenti vivono questo passaggio allo stesso modo. Alcuni sono particolarmente esposti, e il rientro a scuola rappresenta per loro una vera montagna da scalare.
È il caso, ad esempio, degli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) come dislessia, disortografia, disgrafia o discalculia. Per questi bambini o ragazzi leggere, scrivere o fare calcoli richiede uno sforzo enorme, spesso molto maggiore rispetto ai compagni. Ogni compito può trasformarsi in fonte di ansia anticipatoria. Per questi motivi, non è raro che già a fine agosto inizino a sentirsi inadeguati o in colpa, convinti di non farcela.
Lo stesso vale, seppure in forme diverse, per chi presenta ADHD, o Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o altri bisogni educativi speciali. Difficoltà di attenzione, organizzazione e regolazione emotiva rendono più complesso affrontare nuovi ritmi, verifiche e aspettative. Per questi studenti, la scuola non è solo apprendimento, ma anche confronto continuo con i propri limiti, spesso con risultati negativi sull’autostima.
I compiti delle vacanze amplificano il problema. Spesso sono
troppi o poco mirati: per uno studente con DSA i compiti estivi diventano un
lavoro massacrante, che aumenta la procrastinazione e le liti tra genitori e
figli. Il rientro non è quindi “pulito”: si porta dietro stanchezza, conflitti
e la sensazione di non farcela.
Come si manifesta l’ansia da rientro a scuola
Non si parla della normale agitazione per la fine delle vacanze, ma di una vera e propria difficoltà emotiva, che si manifesta con mal di pancia, insonnia, irritabilità, pianti o rifiuto di entrare in classe. Una condizione che può riguardare i più piccoli delle elementari, i preadolescenti delle medie e, sempre più spesso, anche i ragazzi delle superiori.
I segnali più comuni sono:
- somatizzazioni (mal di testa, nausea, dolori addominali al mattino);
- preoccupazioni eccessive per compiti, interrogazioni o nuove materie;
- difficoltà nel sonno nei giorni precedenti al rientro;
- pianti o opposizione al momento di uscire di casa;
- bassa motivazione;
- calo di concentrazione.
In alcuni casi, i genitori possono notare un certo cambiamento nel comportamento: bambini e ragazzi che diventano più irritabili, ansiosi, talvolta aggressivi, oppure che si chiudono in sé stessi e faticano a parlare delle loro paure.
Le cause: cambiamenti, aspettative e pressioni
Ogni transizione scolastica (dalle elementari alle medie, dalle medie alle superiori) può attivare sentimenti di insicurezza. Nuovi insegnanti, nuovi compagni, nuove responsabilità: tutto può essere percepito come una montagna da scalare.
Non bisogna poi sottovalutare le aspettative esterne, tra cui la paura di deludere insegnanti e genitori, il timore di non essere “all’altezza”, oppure di essere giudicati e messi a confronto con i coetanei.
Nei ragazzi più grandi, ansia e stress possono anche nascere dalla sensazione di “dover già decidere il proprio futuro” attraverso scelte scolastiche e di rendimento.
I rischi di un’ansia trascurata
Le conseguenze non vanno sottovalutate. Se non affrontata, l’ansia da rientro può trasformarsi in rifiuto scolastico, calo del rendimento, perdita di motivazione e di interesse per lo studio, isolamento e difficoltà nelle relazioni con i compagni. A lungo andare, questi vissuti rischiano di intaccare l’autostima e di cronicizzarsi, portando a disturbi d’ansia più significativi.
Cosa possono fare i genitori?
Innanzitutto, è molto importante non liquidare i segnali come
“capricci” o “pigrizia”: dietro ci può essere un malessere reale, che va
accolto e accompagnato.
Alcuni suggerimenti pratici:
- Parlare apertamente con i figli, ascoltandone le paure senza minimizzarle.
- Riprendere gradualmente i ritmi già qualche giorno prima dell’inizio della scuola (orari, compiti, routine).
- Evitare pressioni eccessive, ricordando che il benessere emotivo viene prima del rendimento.
- Favorire l’autonomia, responsabilizzando ma senza lasciare che la paura prenda il sopravvento.
- Gestire i compiti estivi con realismo, puntando sulla qualità e non sulla quantità, per non trasformarli in un’ulteriore fonte di conflitto.
Nei casi più complessi, il supporto di uno psicologo o di un tutor dell’apprendimento può fare la differenza, offrendo strumenti concreti per gestire l’ansia e restituire serenità al percorso scolastico.
Quando la scuola tradizionale non basta
Ci sono situazioni in cui la scuola tradizionale, con i suoi tempi rigidi e le sue pressioni, può diventare un ostacolo insormontabile per bambini e ragazzi particolarmente fragili. In questi casi, percorsi alternativi come l’istruzione parentale possono rappresentare una risorsa preziosa.
Con Ipposchooling, il servizio rivolti a studenti delle scuole medie promosso dalla cooperativa sociale Ippocampo, offriamo supporto didattico per le famiglie che scelgono questa strada. Un percorso di gruppo che mette al centro i bisogni del bambino, restituendo fiducia, motivazione e amore per l’apprendimento.
Perché andare a scuola – o imparare in un contesto personalizzato – non dovrebbe mai significare ansia e paura, ma scoperta del mondo e di sé, crescita personale e benessere.
Informazioni personali
- Emma Messina
- Sono una psicologa abilitata e un’insegnante, con esperienza più che quinquennale nel settore.
Nel mondo scolastico, ho maturato un'esperienza particolare nei confronti di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, problemi di motivazione e di ansia da prestazione. Da anni tengo lezioni sul metodo di studio a studenti di ogni età, per promuovere l’autonomia, rinforzare l’autostima e recuperare le abilità scolastiche.
Parallelamente, offro un servizio di sostegno ai genitori, affinché possano mantenere e consolidare i risultati ottenuti dai figli in un clima di serenità e reciproca comprensione.
Servizi offerti:
- Processo di diagnosi e Valutazione Psicologica;
- Tutoring elementari/medie/superiori/università;
- Orientamento;
- Crescita personale;
- Sostegno genitoriale;
- Consulenza psicologica.
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