20 ottobre 2020
Fin dalla scuola primaria, con le prime interrogazioni e le prime verifiche, i bambini iniziano a sperimentare la normale agitazione che precede un giudizio. Ma se un po’ di nervosismo rientra nella norma, in alcuni casi l’ansia può diventare eccessiva, fino a creare problemi.
Sempre più bambini e ragazzi trovano lo studio lungo e difficoltoso, e questo perché riescono a pensare solo al momento in cui si troveranno davanti all’insegnante, mostrandosi eccessivamente irrequieti e poco concentrati. Poi, venuto il giorno della valutazione, balbettano, si bloccano, sono insicuri, così che non riescono a dimostrare il loro reale apprendimento, ottenendo scarsi risultati che non fanno altro che rinforzare gli stati d'animo che li hanno provocati.
L’ansia scolastica è un fenomeno in
costante aumento, che nasce dalla paura eccessiva, irrazionale e non
controllabile, di essere giudicati negativamente, di prendere brutti
voti a scuola o di non essere capaci di superare una prova. Per le
sue numerose conseguenze negative, che saranno affrontate più
avanti, è un fenomeno che non bisognerebbe sottovalutare ed è
importante saperne riconoscere i segnali.
Come si manifesta
L’ansia da prestazione scolastica si manifesta in modi generalmente sovrapponibili all’ansia tradizionale, pur presentando alcune caratteristiche specifiche che ne permettono l’identificazione.
In primo luogo, soprattutto per quanto riguarda bambini e adolescenti, l’ansia si esprime attraverso il corpo. I sintomi somatici più diffusi sono mal di testa frequenti, mal di pancia, nausea, vomito, diarrea, palpitazioni e addirittura febbre.
L’eccessiva preoccupazione e ansia per le verifiche si accompagna solitamente ad un abbassamento del rendimento scolastico e a una perdita di interesse verso materie prima apprezzate.
Uno studente ansioso, inoltre, può avere molta difficoltà a entrare in classe la mattina, con frequenti ritardi nell’ingresso a scuola.
A tal proposito, l’ansia scolastica è associata a una bassa autostima, mancanza di fiducia in sé stessi, paura di critiche e di giudizi negativi riguardo le loro capacità. Inoltre, le costanti preoccupazioni causano difficoltà di concentrazione, irritabilità e aggressività.
Rispetto ai comportamenti a casa, i genitori potrebbero notare che i figli si preoccupano eccessivamente delle prestazioni scolastiche, come verifiche e interrogazioni, e sono angosciati dalla puntualità.
Dal momento che l’angoscia può essere piuttosto forte fin dalla sera prima, è possibile che il sonno sia scarso e disturbato. Per i bambini, la difficoltà ad addormentarsi può essere riconoscibile nell’abitudine di cercare frequentemente il lettone di mamma e papà, per trovare la serenità e potersi addormentare tranquilli.
I bambini e i ragazzi ansiosi faticano a tollerare la frustrazione e per questo tendono a evitare le difficoltà, così che spesso non portano a termine i compiti assegnati e impiegano molto tempo nel loro svolgimento.
Infine, i ragazzi possono presentare un eccessivo perfezionismo e un’intensa paura di sbagliare, oltre a necessitare di continue richieste di approvazione e di rassicurazione.
Le cause
Ci possono essere diverse cause alla base dell’ansia scolastica. Nei più piccoli è comune l’ansia da separazione, un’eccessiva paura o ansia che insorge alla prospettiva di lasciare la casa o le figure più importanti, tipicamente la madre.
Anche la paura di essere soggetto a
bullismo potrebbe causare un vissuto di ansia associato alla scuola.
Più legati alla valutazione sono poi il timore dell’insegnante e la paura di non essere all’altezza delle aspettative dei genitori, spesso elevate, oltre che di quelle poste dagli altri adulti di riferimento e, in senso più ampio, dalla stessa società, che pone il successo personale al primo posto.
Le conseguenze: il circolo vizioso dell’ansia scolastica
Sottovalutare i sintomi dell’ansia da prestazione scolastica crea il rischio di innescare un circolo vizioso.
Quando la sensazione di ansia è così intensa da oltrepassare una certa soglia (che è personale, quindi non quantificabile), la prestazione scolastica ne risulta compromessa o è resa particolarmente difficoltosa, risultando in un rendimento scolastico scarso se non proprio insufficiente.
Un cattivo rendimento, a sua volta, è
vissuto da parte del bambino o del ragazzo come una conferma della
propria convinzione di non essere abbastanza intelligente e capace e
di non potercela fare, aumentando così il suo senso di inadeguatezza
e disistima personale e inducendolo a ritirarsi sempre più in sé
stesso. Di conseguenza, calano drammaticamente sia la motivazione che
l’impegno nell’affrontare i compiti.
Parallelamente, la sensazione di essere incapace o inadeguato provoca altra sofferenza, andando ad amplificare il vissuto di ansia successiva nel dover affrontare un compito.
In questo modo si realizza la cosiddetta profezia che si auto-avvera: le proprie aspettative negative circa un evento, già vissute come reali prima del loro concretizzarsi, si compiono proprio perché le si è considerate reali anzitempo, negandosi la possibilità di scongiurarle.
In questo circolo vizioso, lo studente ansioso, per sfuggire al suo malessere, tende a sottrarsi alle successive prove e verifiche, fino ad arrivare al rifiuto scolastico. Queste assenze, spesso strategiche, ossia messe in atto il giorno di una valutazione, sono il più semplice rimedio che il ragazzo può elaborare per fronteggiare un’angoscia soverchiante, che rischia di mandare in crisi il senso del proprio valore.
L’ansia eccessiva per la scuola, soprattutto se in presenza di attacchi di panico, risulta particolarmente invalidante negli adolescenti. Oltre a pregiudicare il proprio futuro, rischia di isolare i ragazzi dal gruppo dei pari, privandoli dell’esperienza fondamentale della scuola in una delle fasi più delicate della vita.
Come intervenire
Per affrontare il problema dell'ansia, è innanzitutto necessario partire dal presupposto che, come le persone che le vivono, anche le manifestazioni dell'ansia non sono tutte uguali, per cui è difficile individuare una strategia valida per tutti i casi.
Essenzialmente, l’elemento attivante del circolo vizioso è la paura del momento della valutazione, per cui si può cercare di ridurla andando ad analizzare e a intervenire sulle cause alla base dell’ansia. Ad esempio, è utile che i genitori allentino un po' la presa sui figli, cercando di ridimensionare l'idea di dover eccellere a tutti i costi. Bisogna ricordare che la salute mentale dei propri figli è più importante delle loro valutazioni scolastiche. Piuttosto, si può trasmettere il concetto che l'importante non è prendere voti alti tutti i giorni, ma impegnarsi al massimo.
È importante lavorare sull’accettazione di sé, cercando di separare il voto ricevuto per una prestazione dal valore in quanto persona. Se un fallimento non è interpretato come una considerazione negativa su sé stessi, ma piuttosto come un comportamento che non ha funzionato come si sperava, ciò permette di intervenire sulle cause che hanno determinato l’insuccesso, lavorando sulle proprie strategie piuttosto che considerarlo come una caratteristica immutabile della propria persona.
Soprattutto ai bambini, ma anche agli adolescenti, si può (e si deve) insegnare a tollerare la frustrazione, spiegando loro che gli ostacoli fanno parte del corso normale della vita, e aiutandoli ad accettare che non tutto debba o può andare sempre come si vorrebbe.
Ma, soprattutto, è importante entrare in contatto con la propria ansia per poterla superare, per capirla e imparare a gestirla, per non farsi controllare da essa.
Il percorso può essere tortuoso e difficile, e il sostegno dei genitori, nei casi più delicati, può non essere sufficiente. In queste situazioni, la scelta migliore risulta quella di rivolgersi a un professionista. Lo psicologo, con l’aiuto dei genitori e, se necessario, della scuola, potrà impostare un percorso per aiutare lo studente a vivere più serenamente le sfide che la scuola, ma in generale la vita, pongono sul suo cammino.
Informazioni personali

- Emma Messina
- Sono una psicologa abilitata e un’insegnante, con esperienza più che quinquennale nel settore.
Nel mondo scolastico, ho maturato un'esperienza particolare nei confronti di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, problemi di motivazione e di ansia da prestazione. Da anni tengo lezioni sul metodo di studio a studenti di ogni età, per promuovere l’autonomia, rinforzare l’autostima e recuperare le abilità scolastiche.
Parallelamente, offro un servizio di sostegno ai genitori, affinché possano mantenere e consolidare i risultati ottenuti dai figli in un clima di serenità e reciproca comprensione.
Servizi offerti:
- Processo di diagnosi e Valutazione Psicologica;
- Tutoring elementari/medie/superiori/università;
- Orientamento;
- Crescita personale;
- Sostegno genitoriale;
- Consulenza psicologica.
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