05 settembre 2020

I disturbi d’ansia nei bambini e negli adolescenti


  • È da qualche tempo, ormai, che Alessandro, 16 anni, non vuole più andare a scuola. La madre nota che si sente spesso a disagio, non vuole uscire con gli amici e ha rinunciato addirittura a giocare a calcio, che lo ha sempre appassionato moltissimo. Cosa succede?

  • Marta ha 5 anni e, nonostante la scuola sia iniziata già da qualche mese, fa ancora fatica a staccarsi dalla mamma al momento di salutarla, al mattino. Quando Marta si comporta così, la mamma pensa che dopotutto sia ancora piccola, e che è sempre stata in compagnia dei suoi genitori. E poi, tutti i bambini fanno i capricci. Oggi le ha chiesto come mai non volesse lasciarla andare via, e Marta le ha risposto di avere paura che potesse succederle qualcosa durante la loro separazione. La mamma non sa proprio come tranquillizzarla…


Proprio come gli adulti, anche i bambini possono talvolta sentirsi preoccupati o ansiosi. È necessario sfatare il mito che vede l’infanzia come un’età serena e spensierata e cominciare a considerare i bambini nella loro complessità, per poterli aiutare nei momenti di difficoltà. 

 

Comunemente, ad esempio, i bambini di 3-4 anni hanno paura del buio o dei mostri, fanno incubi frequenti e possono dormire male. I bambini più grandi e gli adolescenti, invece, tendono a diventare molto nervosi quando devono fare un discorso davanti alla classe. Nel periodo adolescenziale, inoltre, l’ansia è spesso rivolta al proprio corpo, oppure alle relazioni sociali.


È importante chiarire fin da subito che queste paure e preoccupazioni non sono necessariamente sintomi di un disturbo. Tuttavia, se i bambini diventano così ansiosi da non riuscire a svolgere le attività quotidiane, tendono a evitare molte situazioni o a mostrarsi esageratamente stressati, potrebbero soffrire di un disturbo d’ansia.



I disturbi d’ansia sono una delle problematiche più comuni tra i bambini e gli adolescenti, e sono caratterizzati da uno stato di paura intensa, preoccupazione e terrore sproporzionato rispetto alle reali circostanze del momento, che compromette gravemente le capacità e la vita quotidiana. 

 

Oltre a essere sempre più diffusi, i disturbi d’ansia nell’infanzia e nell’adolescenza interferiscono in molti aspetti della vita del bambino o del ragazzo, come la capacità di fare nuove amicizie, i risultati scolastici, o l’armonia familiare.

Un carico eccessivo di ansia, inoltre, causa notevole disagio non solo nel bambino, ma in tutta la famiglia.

 

È importante conoscere queste manifestazioni per poterle affrontare per tempo: secondo molte ricerche, i bambini e gli adolescenti che presentano un disturbo d’ansia hanno un maggiore rischio di soffrire di questo tipo di problematiche anche da adulti, insieme a disturbi depressivi e uso di droghe.



Ma da cosa deriva l’ansia nei bambini e negli adolescenti? Si possono identificare diversi ordini di cause. Da una parte, la genetica e la familiarità hanno un ruolo sostanziale, così che genitori ansiosi tendono ad avere figli ansiosi. Anche i fattori ambientali e sociali, però, possono causare questi disturbi, come ad esempio l’essere vittima di bullismo a scuola. Un terzo fattore, poi, riguarda il temperamento del bambino o dell’adolescente, come l’eccessiva timidezza, che può contribuire alla generazione del disturbo.


Come riconoscere l’ansia nei bambini e negli adolescenti


Nei bambini e negli adolescenti l’ansia si esprime principalmente con preoccupazioni relative agli impegni scolastici o alle prestazioni in generale, come gli impegni sportivi o di carattere sociale, ma anche con timori di aggressioni fisiche o di disastri naturali.

In particolare, la manifestazione più frequente di un disturbo d'ansia nei bambini e negli adolescenti è il rifiuto della scuola.


Può essere presente una tendenza al perfezionismo, che genera uno stato di tensione, il quale può provocare o un impegno eccessivo, o comportamenti di evitamento.

Il perfezionismo, spesso associato a una stretta aderenza alle regole, porta a ripetere anche da zero delle attività, al fine di assicurarsi che siano perfette. Ad esempio, un ragazzino eccessivamente ansioso potrebbe sentire l’esigenza di riscrivere i compiti per aver commesso un solo piccolo errore.

 

Questi ragazzi, poi, impongono a se stessi degli standard molto elevati nel raggiungimento dei risultati e, nel caso in cui questi non siano raggiunti, sono eccessivamente critici nei propri confronti.

Inoltre, di frequente, i bambini con un disturbo d’ansia non sono neanche disposti a provare nuove attività, se non hanno l’assoluta certezza di esserne all’altezza, oppure sono portati ad abbandonarle in corso d’opera se pensano che le loro prestazioni non siano adeguate.

 

Per cercare di alleviare le loro ansie, i bambini ansiosi sono spinti a ricercare costantemente rassicurazioni. Ad esempio, possono chiedere a un genitore di controllare i compiti a casa anche diverse volte, per assicurarsi che siano perfetti. Preoccupandosi in maniera eccessiva per le loro capacità o prestazioni, sono sempre alla continua ricerca di approvazione. Altre volte possono assumere atteggiamenti controllanti sugli altri, come chiamare i genitori più volte al giorno, per assicurarsi che stiano bene. 

 

Questo perché, come negli adulti, anche l’ansia nei bambini è caratterizzata da pensieri specifici, come ad esempio timori che accadano delle “cose brutte” alle persone care. Altri pensieri tipici riguardano la paura di non farcela o di non essere abbastanza bravi o intelligenti, ma anche preoccupazioni sul bilancio familiare o sulla propria situazione economica. Tale propensione ad angosciarsi per questioni non adatte alla propria età, fa sì che i bambini con questi disturbi molto spesso vengano descritti come “piccoli adulti”.

 

Alcuni bambini, inoltre, parlano chiaramente della propria ansia. Ad esempio, potrebbero affermare “Ho paura di non rivederti mai più”, il che denota uno stato di ansia che insorge alla separazione, oppure “Ho paura che gli altri bambini mi prenderanno in giro”, che può essere ricondotto a un tipo di ansia relazionale. 

 

Tuttavia, la maggior parte dei bambini manifesta il proprio disagio attraverso il corpo, sotto forma di sintomi somatici quali mal di testa, vomito, dolori addominali o agli arti. "Non posso andare a scuola perché ho mal di stomaco", spesso ritenuta dai genitori una scusa per restare a casa, è una tipica frase che potrebbe denotare uno stato di ansia sottostante. In realtà, i bambini spesso stanno dicendo la verità, in quanto l’ansia intensa può effettivamente causare mal di pancia, oltre a nausea e mal di testa. Per questo è importante non sottovalutare i segnali comunicati dai propri figli, ma al contrario prestare attenzione a queste manifestazioni e, in particolare, alla loro frequenza.

Dal punto di vista scolastico, poi, un bambino o un ragazzo ansioso potrebbero manifestare una capacità di attenzione ridotta, oltre ad essere possibilmente più distratti e svogliati.


I bambini che soffrono di un disturbo d’ansia hanno spesso comportamenti di rifiuto e di contrasto nei confronti dei genitori, degli educatori, degli insegnanti e così via, arrivando ad apparire oppositivi e anche provocatori. Talvolta possono risultare aggressivi, oppure manifestare varie forme di ritiro o di chiusura, che sono spesso confuse con dei segnali di depressione, fino ad arrivare all’isolamento sociale.


Un’altra grande difficoltà dei bambini e dei ragazzi ansiosi risiede nel prendere delle decisioni, che spesso li porta ad assumere un atteggiamento di procrastinazione, ossia alla tendenza a rimandare costantemente.

 

Ciò è riconducibile all’incapacità di tollerare l’incertezza tipica di chi soffre d’ansia. A causa dell’impossibilità di calcolare e controllare tutte le possibili conseguenze degli eventi futuri, questi bambini cercano quindi di prevedere ogni possibile scenario ponendo una moltitudine di domande all’adulto. Appaiono alla continua ricerca di risposte e di dettagli, perché hanno bisogno di sapere che cosa potrebbe accadere loro in una determinata situazione.


In conclusione, i bambini e gli adolescenti manifestano l’ansia con delle modalità che possono essere differenti da quelle degli adulti. Se il mezzo di comunicazione è spesso il corpo, è importante anche prestare attenzione ai discorsi che fanno o alle preoccupazioni che possono esprimere, per poter riconoscere le difficoltà e affrontarle tempestivamente. Rifiutarsi di svolgere alcune attività, come andare a scuola, frequentare gli amici o fare sport, dovrebbe essere un campanello d’allarme, così come anche l’eccessivo perfezionismo e il continuo bisogno di rassicurazioni e di spiegazioni dettagliate sulle situazioni.



Come intervenire


Qualora si riconoscano delle manifestazioni di ansia e si abbia il timore della presenza di un disturbo, il consiglio è di rivolgersi ad un professionista, per inquadrare le difficoltà con una diagnosi e seguire eventualmente un percorso terapeutico.

Essendo una situazione complessa, non è possibile indicare un approccio giusto ed efficace per tutti, perché molto dipende dal contesto individuale e dai motivi che hanno originato l’ansia. Per questo, l’ideale è affidarsi ad un esperto, che sappia cogliere le caratteristiche specifiche del caso.



Anche se si vuole sinceramente aiutare, è importante non minimizzare la situazione, ad esempio con frasi come “non è niente, non ci pensare”. Ciò potrebbe far sentire il bambino o il ragazzo ancora meno compresi e soli nel gestire il proprio malessere. Allo stesso modo, incitarli a farsi coraggio, darsi una mossa o metterci un po’ di buona volontà può avere scarsi risultati, perché non farebbe altro che aumentare quella pressione già causa della paralisi ansiosa.


Si può invece cercare di comprendere i motivi dell’ansia, invitando il ragazzo a parlarne ed esprimere ciò che ha dentro con le parole che riesce a trovare.

Come già anticipato, i bambini con disturbo d’ansia sono più esposti a soffrire di questi problemi anche da adulti. Tuttavia, con un trattamento precoce, molti bambini e ragazzi possono imparare a controllare l’ansia e superare gli impedimenti ad una vita equilibrata.

 



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