20 dicembre 2021
In un periodo storico in cui, in occidente, la natalità è in costante diminuzione e il momento del diventare genitori è sempre più posticipato, cresce l’investimento emotivo (e spesso anche economico) che le coppie fanno sui figli.
A causa di questa e altre forme di pressione, ogni genitore spera che il proprio figlio possa avere e in futuro diventare “il meglio”. Inevitabilmente, questo crea delle aspettative che, se eccessive o irrealistiche, possono avere conseguenze anche importanti sulla crescita e lo sviluppo dei figli.
Figli sognati e figli reali
Anche prima della nascita, i genitori immaginano come sarà il figlio, proiettando tutta una serie di aspettative su quale sarà il suo aspetto, a chi somiglierà, come sarà il suo carattere, e via dicendo. Si forma così nella mente dei genitori il cosiddetto “bambino fantasmatico”, portatore di tutti i sogni e i progetti che la coppia ha nei confronti dei figli. Molto spesso, in questa costruzione, vengono incluse anche questioni che non appartengono al bambino, come desideri, ambizioni e rimpianti propri dei genitori, che vedono il figlio come un prolungamento di se stessi, il riscatto alla propria vita. Le aspettative dei genitori originano primariamente dall’esperienza personale e dal desiderio che i figli possano non avere le loro stesse difficoltà, ma vivere felici.
Il bambino fantasmatico diventa dunque una proiezione dell’adulto, un modo per concretizzare ciò che non si è potuto o non si è stati in grado di compiere in prima persona, una seconda occasione per essere migliori, se non i migliori. Perfetti.
Così facendo, tuttavia, i genitori (più o meno inconsciamente) stabiliscono a priori quale sia la strada per la felicità dei figli, rischiando di confondere il mezzo (ad esempio ottenere dei buoni risultati scolastici o avere un buon lavoro) con il fine (essere felici). Ciò conduce ad una serie di conseguenze negative, come si vedrà nel prossimo paragrafo.
È possibile riconoscere le situazioni in cui un figlio è idealizzato come un prolungamento del sé dell’adulto. È importante porre l'attenzione alla frustrazione che insorge dentro di sé, quando ci si trova di fronte ai comportamenti del bambino che, esprimendo individualità e personalità sue proprie, va inevitabilmente a disconfermare le aspettative genitoriali. Quando questa frustrazione diventa eccessiva, e l’espressione individuale del bambino è considerata alla stregua di una minaccia, è un chiaro segnale dell’esistenza di una rappresentazione irrealistica del figlio, costruita sul proprio sé e su proprie questioni irrisolte, piuttosto che sull'identità del piccolo.
Le conseguenze delle aspettative irrealistiche
A scuola, nello sport, nella società in generale, bambini e ragazzi hanno l’occasione di confrontarsi con gli altri e realizzarsi come persone. La spinta, tuttavia, è verso la competizione, il successo e l’eccellenza, un impulso proveniente primariamente dai genitori, nel desiderio che il proprio figlio sia un leader, il migliore in ogni campo.
Bisogna essere sempre di buon umore, rispettosi, obbedienti ed educati, andare bene a scuola, essere i più bravi nello studio e della squadra. Queste aspettative, quando sono espresse ripetutamente e in una varietà di contesti, generano una notevole quantità di stress e ansia, fino a diventare controproducenti.
Questo perché, se da una parte i figli cercheranno di dare sempre il meglio di sé e di accontentare i genitori, così da renderli orgogliosi, il peso delle aspettative irrealistiche non può essere retto a lungo, in quanto gli errori e gli insuccessi sono parte dell’esperienza di ognuno e, che sia presto o tardi, inevitabili.
Al posto di mettere in moto un processo di consapevolezza di sé ed essere un’occasione per migliorare, gli insuccessi, siano un brutto voto, una mancata vittoria nello sport, o un semplice e fisiologico fallimento nel portare a termine un qualsivoglia compito assegnato, generano angoscia e frustrazione, e sono visti come una sconfitta insostenibile. Davanti al biasimo dei genitori, che sono spesso i primi a faticare nel concepire l’errore in modo positivo, i figli che non sono in grado di rispondere alle richieste possono mancare della fiducia in sé stessi e perdersi in un circolo vizioso di sensi di colpa e autodenigrazione, fino a sprofondare nella depressione. Inoltre, se i figli ritengono di non essere così bravi come i genitori vorrebbero, possono andare incontro a demotivazione e vissuti di rassegnazione che, in ambito scolastico, possono portare al rifiuto della scuola. Non si sentono all’altezza, incapaci di essere come è stato loro chiesto fin dalla nascita, ossia perfetti, ideali.
Come se non bastasse, tipicamente i figli di genitori troppo esigenti o con aspettative irrealistiche misurano l’affetto ricevuto sulla base delle richieste o pretese che riescono a soddisfare. In altre parole, imparano che l’amore e l’approvazione non sono incondizionati, bensì vanno guadagnati attraverso la prestazione e l’adozione di certe condotte. Sentono che, commettendo un errore o fallendo, i genitori non li ameranno più, se non riuscissero a soddisfare le loro aspettative, non sarebbero meritevoli di affetto. Tutto questo porta ad una grave mancanza di autostima, nonché a un’idea distorta delle relazioni e ad una forte insicurezza che si ripercuote sui rapporti futuri.
Già durante la crescita, i bambini su cui sono poste aspettative irrealistiche, tendono a dare meno importanza ai rapporti, in quanto sentono di doversi concentrare sullo studio e sulle attività extrascolastiche, le quali spesso occupano la gran parte del loro tempo, diventando obiettivi da raggiungere piuttosto che momenti di svago.
È possibile che si mostrino particolarmente esigenti nei confronti degli altri, aspettandosi troppo da loro e volendo ricevere quanto danno. Il bambino o il ragazzo che porta su di se aspettative genitoriali irrealistiche, tende a riproporre la stessa dinamica con i pari, il che ha come inevitabile conseguenza la delusione e la frustrazione, nel momento in cui gli altri non si dimostrano all’altezza. Ciò è un ulteriore motivo di sofferenza e può portare il ragazzo a isolarsi.
Un’ultima, rilevante, implicazione delle aspettative irrealistiche consiste nelle notevoli ripercussioni che queste hanno sullo sviluppo dell’identità e del senso di sé.
Aspettative irrealistiche e identità
Le aspettative dei genitori, quando diventano esagerate o irrealistiche, oltre che avere conseguenze negative sulla serenità dei figli generando stress, ansia e frustrazione, sono anche un ostacolo all’acquisizione dell’autonomia e della sicurezza di sé. Ciò si spiega alla luce del fatto che, se un figlio cresce con l’obiettivo di realizzare quanto i genitori hanno stabilito per lui, non potrà maturare delle proprie scelte, dei propri interessi e dei propri gusti, che costituiscono il nucleo fondamentale dell’identità.
Ogni bambino, ogni individuo, è diverso dall’altro, ciascuno con le proprie inclinazioni, interessi e capacità. Per questo, la pretesa secondo cui i figli siano uguali ai genitori per “seguirne le orme”, implica necessariamente che si azzeri la loro personalità individuale.
La presenza eccessiva di richieste e aspettative esterne porta alla formazione di un falso sé, ossia un’identità “di facciata” creata appositamente per accomodare le pretese genitoriali, che nasconde e occulta il vero sé, considerato inaccettabile agli occhi degli altri.
Se inizialmente la strategia può funzionare, dando ai genitori esattamente quello che chiedono, crescendo si finisce per non sapere più chi si è, nell’impossibilità di entrare in contatto con desideri e bisogni autentici. Ciò porta a diventare schiavi del giudizio sociale e dell’approvazione altrui, senza riuscire a sperimentare un’autentica dimensione di desiderio e di intimità relazionale. In altre parole, il bambino o il ragazzo portatore di aspettative irrealistiche diventerà sempre più dipendente da qualcuno che gli dica cosa dire, come comportarsi e, in sostanza, cosa essere. Tale dinamica di dipendenza tenderà a ripetersi in ogni tipo di relazione, anche quelle amicali e sentimentali.
Aspettative irrealistiche e risultati
La larga maggioranza delle aspettative genitoriali, come si è visto, riguardano la prestazione, i risultati, il successo scolastico, nello sport e sul lavoro. La spinta è all’eccellenza, nell’idea distorta secondo cui, se si punta in alto, si otterrà conseguentemente di più.
Il problema si pone quando le aspettative sono esagerate o irrealistiche, superando le reali possibilità del figlio o del contesto in cui si trova ad agire, i risultati, soprattutto quelli scolastici, tendono a peggiorare. In questo senso, l’aspettativa eccessiva dei genitori può essere controproducente, generando maggiori problematiche di quelle che si propone di superare.
Aspettarsi che i figli ottengano sempre voti eccellenti, oltre a ignorare le reali capacità e possibilità del bambino o del ragazzo, porta a fare continui confronti con gli altri e a generare stress e ansia eccessivi, che hanno conseguenze negative sull’apprendimento.
L’andamento scolastico e i risultati dipendono invece da molti fattori, come le capacità e le attitudini di base, il metodo di insegnamento, la motivazione e il ricorso ad un metodo di studio strutturato, e altri non necessariamente imputabili o sotto il controllo del figlio stesso. È importante tenerli tutti in considerazione per valutare l’apprendimento in un quadro complessivo e organico, evitando di elevare il voto ottenuto a unico indicatore della “bravura” dello studente.
La differenza tra aspettative elevate e aspettative irrealistiche
Nei paragrafi precedenti si è analizzato come la presenza di aspettative esagerate o irrealistiche porti a una serie di conseguenze negative, primariamente sulla salute mentale dei figli, ma anche sul loro senso di identità e sui loro risultati, in particolare quelli scolastici.
Tuttavia, è necessario precisare che non sono le aspettative in sé ad essere dannose, bensì la loro natura esagerata e irrealizzabile, che non tiene in considerazione la personalità e le propensioni del bambino, bensì cala dall’alto richieste e desideri che appartengono ad altri.
Aspettarsi o esigere dal proprio figlio continui traguardi in ogni ambito della vita, che sia la scuola, lo sport, gli amici o il lavoro, riflette un’impostazione che non considera la volontà o le propensioni del bambino o del ragazzo.
Le aspettative sono realistiche quando partono invece da ciò che il figlio desidera, dalle sue capacità e interessi, puntando su ambiti precisi e definiti, a cui si assegna la priorità. Inoltre, le aspettative che favoriscono una crescita bene adattata e lo sviluppo di un senso di identità autentico, si focalizzano non tanto sul risultato, quanto sul processo che vi conduce, ossia l’impegno e il lavoro che si mettono in gioco per realizzare i propri obiettivi.
Spostare il focus e trovare un equilibrio
Se dunque non sono le aspettative in sé ad essere problematiche, è essenziale comprendere come bilanciare le proiezioni genitoriali con il riconoscimento delle inclinazioni dei figli.
In questo senso, diventa necessario spostare l’attenzione da sé e dai propri desideri verso i figli, che diventano il riferimento per ogni decisione successiva. Così, nel caso in cui il bambino o il ragazzo non soddisfi in qualche modo le aspettative, mostrandosi diverso da quanto si desiderava, è essenziale cercare di modificare o correggere la propria impostazione interna e non pretendere un adattamento nel figlio, ad esempio evitando di scegliere per lui il tipo di scuola o le possibilità di carriera. Spostando il proprio centro verso i figli e la loro individualità, si permette di creare un rapporto basato sull’ascolto, l’accettazione e la fiducia, in cui il bambino o ragazzo si possa sentire accolto e accettato per chi è, e non per chi si vorrebbe che fosse.
Pertanto, se la creazione del bambino fantasmatico e la presenza di aspettative da parte dei genitori è inevitabile, è tuttavia cruciale creare dentro di sé uno spazio per il figlio, che possa essere soggetto ad aggiustamenti e correzioni man mano che emergono le particolarità e le caratteristiche di cui ogni individuo è unico portatore.
Queste si manifesteranno in modo spontaneo già a scuola o nelle varie attività che coinvolgono il bambino, in cui si potrà notare ciò che gli piace, che lo attira maggiormente o per cui è più portato. La direzione dovrebbe essere dunque quella del riconoscimento dei bisogni dell’altro e del consolidamento delle propensioni personali, che favorisce la sensazione di appagamento e soddisfazione per le scelte compiute.
A prescindere dalle aspettative, i figli dovrebbero comunque sentire che i genitori pongono fiducia nelle loro capacità, che accettano le loro scelte e che possono contare sul loro sostegno in qualsiasi caso, qualsiasi direzione decidano di prendere.
Quando ciò non avviene, e le aspettative sono esagerate, irrealistiche e rigide, possono diventare dannose e condizionanti, rappresentando un ostacolo notevole allo sviluppo della personalità e alla maturazione del senso di autonomia e sicurezza. Ciò può essere causa di stress, ansia e frustrazione non solo per i figli, ma anche per i genitori, che possono non comprendere le resistenze dei bambini e dei ragazzi davanti alla volontà di fare “il loro bene”. Qualora i vissuti di frustrazione e angoscia diventino eccessivi, è possibile fare affidamento ad un professionista specializzato, che possa aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza della situazione e, con essa, un maggiore benessere.
Informazioni personali

- Emma Messina
- Sono una psicologa abilitata e un’insegnante, con esperienza più che quinquennale nel settore.
Nel mondo scolastico, ho maturato un'esperienza particolare nei confronti di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, problemi di motivazione e di ansia da prestazione. Da anni tengo lezioni sul metodo di studio a studenti di ogni età, per promuovere l’autonomia, rinforzare l’autostima e recuperare le abilità scolastiche.
Parallelamente, offro un servizio di sostegno ai genitori, affinché possano mantenere e consolidare i risultati ottenuti dai figli in un clima di serenità e reciproca comprensione.
Servizi offerti:
- Processo di diagnosi e Valutazione Psicologica;
- Tutoring elementari/medie/superiori/università;
- Orientamento;
- Crescita personale;
- Sostegno genitoriale;
- Consulenza psicologica.
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