18 luglio 2022

Quando il corpo è nemico: il dismorfismo corporeo


Nella nostra società è sempre più dilagante l’idea secondo la quale il bello debba per forza di cose corrispondere a un canone di perfezione, condizione necessaria per l’accettazione sociale. Una falsa credenza, questa, continuamente rafforzata dai mezzi di comunicazione, che mostrano senza sosta immagini di corpi avvenenti, ideali e idealizzati, spesso modificati al computer, a cui sono sistematicamente associati successo e realizzazione personale. 
Soprattutto sulle giovani generazioni, l’effetto di tale condizionamento può essere drammatico, poiché si pone alla base dell'autostima, del senso di sé e persino delle scelte di vita da intraprendere.

In una società dell'immagine, preoccuparsi del proprio aspetto diventa una spinta difficile da ignorare. Se da una parte, negli adolescenti ma non solo, non si può biasimare il desiderio (tutt’altro che patologico) di piacere ed essere apprezzati dagli altri, dall’altra sono comunque necessari equilibrio e misura. 

È essenziale fare una distinzione tra un’attenta cura di sé e l'espressione di un disagio psicologico profondo, espresso nella persistente insoddisfazione nel modo in cui si appare.

 

Quando si nota, in sé o nei propri cari, un'attenzione esagerata a dei dettagli trascurabili del proprio aspetto, oppure il ricorso ripetuto, fino all’abuso, a trattamenti cosmetici o interventi chirurgici più o meno invasivi, è concreta la possibilità di trovarsi di fronte ad un disturbo di dismorfismo corporeo.


Che cos’è?

 

Si tratta di un’eccessiva preoccupazione per uno o più difetti corporei, anche minimi o totalmente assenti, ma che vengono percepiti comunque come profondamente disturbanti, intollerabili e sgradevoli, al punto che, solitamente, chi soffre di questo disturbo arriva presto a definirsi brutto, anormale o deforme. La percezione di questi difetti è fonte di intensa vergogna e disagio profondo, con notevoli conseguenze negative sullo stile di vita e sulla qualità dei rapporti sociali.

A tal proposito, la discrepanza tra il modo in cui queste persone vedono loro stesse e quello in cui le vedono gli altri è causa di notevoli attriti nelle relazioni, in quanto chi soffre di dismorfismo corporeo tende a non credere alle rassicurazioni altrui sul proprio aspetto "normale".

 

Come se non bastasse, la maggior parte delle persone affette da questo disturbo presenta idee o deliri di riferimento, cioè ha la ferma convinzione che gli altri notino in modo particolare le aree corporee "difettose", ne parlino fra di loro o le prendano in giro di nascosto, il che è comprensibilmente alla base di considerevoli problemi nell’instaurare un rapporto di fiducia con il mondo esterno.

Dall’altra parte è interessante considerare come chi presenti questo disturbo riesca a riconoscere razionalmente che le personali convinzioni in merito al corpo e all’aspetto fisico siano irrealistiche o comunque esagerate, e possa essere consapevole del proprio accanimento estetico. 

Tuttavia, l’intenso senso di vergogna e imbarazzo spinge in modo irrefrenabile a adottare comportamenti eccessivi nella cura di sé, a volte anche contro il proprio volere. Come affermano spesso molti pazienti, cercando di spiegare i propri comportamenti: “È più forte di me”.



Come si manifesta

 

Soprattutto nelle persone che si rendono conto dell’esagerazione delle proprie convinzioni, quindi, i pensieri relativi ai difetti fisici percepiti sono vissuti come intrusivi e indesiderati, arrivando ad occupare un tempo considerevole della giornata, addirittura tra le 3 e le 8 ore al giorno.

Le preoccupazioni sono più frequentemente focalizzate su aree corporee specifiche, come la pelle (acne, cicatrici, rughe), i capelli o i peli (diradamento o peluria eccessiva sul viso o sul corpo). L’attenzione si può inoltre concentrare sulla forma o le dimensioni di una parte del corpo, come naso, occhi, denti, orecchie, bocca, seno, gambe o glutei. Qualsiasi parte del corpo può comunque essere oggetto di preoccupazione.

Una condizione particolare è rappresentata dalla dismorfia muscolare, in cui le persone, soprattutto maschi, pur avendo un fisico normale (o addirittura atletico) si reputano gracili e tentano in tutti i modi di aumentare il peso e la muscolatura.

Le zone del corpo non accettate sono tipicamente descritte come brutte, poco attraenti, deformi, ripugnanti o mostruose. A questi pensieri si associano frequentemente comportamenti compulsivi specifici, che hanno lo scopo di ridurre, anche se solo temporaneamente, il senso di disagio e di angoscia.

 

Chi presenta dismorfismo corporeo è portato a confrontare costantemente il proprio aspetto fisico con quello delle altre persone, trascorrendo molto tempo della giornata, soprattutto quando si è in compagnia, a nascondere il supposto difetto. Molti sono alla continua ricerca di rassicurazioni rispetto a come appaiano le imperfezioni percepite. I momenti sociali sono inoltre vissuti con forte ansia, in particolare per la paura che gli altri notino il presunto difetto fisico. Per questo motivo si ha la tendenza a evitarli, fino a che, nei casi più estremi, ci si isola in casa per sfuggire al potenziale giudizio altrui.

Questi individui hanno un rapporto ambivalente anche con lo specchio, alternando momenti in cui si guardano continuamente in qualsiasi superficie riflettente, ad altri in cui queste sono evitate in maniera categorica.

Per camuffare i presunti difetti si usano strategie come l’uso eccessivo di cosmetici, acquistati compulsivamente, o il ricorso a vestiti e accessori (come gli occhiali da sole), che possono essere cambiati più volte durante la stessa giornata. Per fare un esempio, un uomo può farsi crescere la barba per nascondere presunte cicatrici, oppure indossare un cappello per coprire un lieve diradamento dei capelli.

In molti casi, queste persone si appellano alla chirurgia estetica. Tipicamente l'intervento effettuato si rivela inutile, in quanto non agisce sulla preoccupazione ossessiva in sé, che permane a prescindere dal nuovo aspetto esteriore.



Diffusione

 

Anche a causa delle pressioni socioculturali discusse nell’introduzione di questo articolo, negli ultimi anni il disturbo da dismorfismo corporeo è diventato un problema piuttosto comune.

Ciò che risulta particolarmente allarmante è il fatto che, per le sue caratteristiche, questo disturbo tende ad essere decisamente sottovalutato e, di conseguenza, sotto-diagnosticato. I casi potrebbero dunque essere molto più numerosi dei dati ufficiali, falsati anche dalle richieste di aiuto portate a specialisti che non si occupano di salute mentale, primi fra tutti i chirurghi plastici, e quindi non conteggiate. 

Infine, gli individui con dismorfismo corporeo tendono a non rivelare i propri sintomi nemmeno al medico, per il forte senso di vergogna che provano, ma anche perché non sono informati sui trattamenti clinici specifici e adeguati a risolvere questo tipo di problema.



Quando si manifesta

 

Come in molti altri casi, anche il disturbo da dismorfismo corporeo può presentarsi in qualsiasi momento dell’esistenza di una persona. Tuttavia esistono due periodi della vita in cui vi è una maggiore incidenza. 

Il primo è durante l’adolescenza, vale a dire la fase di sviluppo in cui le trasformazioni profonde e improvvise del corpo possono rivelarsi particolarmente difficili da accettare e gestire. Il secondo, invece, è l’età compresa tra i 45 e i 50 anni, ossia quando i primi segni dell’invecchiamento si scontrano, spesso violentemente, con il desiderio di piacere nonostante i segni del tempo, anche alla luce di una società che promette ideali di giovinezza eterni.

Se non trattato, il disturbo diventa parte integrante dell’identità della persona, cronicizzandosi. Quando ciò accade, si possono verificare conseguenze anche molto spiacevoli, su cui è difficile intervenire.



Quando preoccuparsi

 

Ribadendo l'evidenza che sono molte le persone non soddisfatte del proprio aspetto, è tuttavia importante considerare come questa insoddisfazione viene affrontata. Se la quantità di tempo ed energie dedicate a quella parte del corpo causa delle conseguenze negative sul funzionamento quotidiano (come insicurezza eccessiva o mancanza di relazioni) oppure provoca un considerevole disagio emotivo, allora è possibile che ci si trovi di fronte ad un disturbo.

 

Ci sono molti segnali di allarme che possono esprimere modi in cui il disturbo da dismorfismo corporeo può rappresentare un ostacolo.

A scuola si possono avere difficoltà a prestare attenzione, perché sempre distratti e preoccupati dal proprio aspetto. Oppure arrivare in orario a lezione può diventare una vera sfida, se la vestizione e la cura di sé della mattina richiede troppo tempo. Per lo stesso motivo, anche la qualità del sonno può essere scarsa, per la necessità di doversi alzare molto presto per prepararsi.

Inoltre può essere difficile mantenere dei buoni voti, quando l'unica cosa a cui si riesce a pensare è, ad esempio, se i compagni possano vedere o meno i brufoli sul mento. Nei casi più estremi, i soggetti affetti da questo disturbo non riescono a frequentare la scuola, fino al rifiuto e all’abbandono scolastico.

 

Negli adulti la presenza del disturbo porta a maggiori difficoltà sociali, che si manifestano con più alti tassi di disoccupazione e un maggior isolamento sociale.

Gli intensi sentimenti di colpa e di vergogna associati al disturbo da dismorfismo corporeo contribuiscono a spiegare l’alto tasso di ideazioni suicidarie (ossia pensare, fantasticare, considerare o pianificare di togliersi la vita) e tentativi di suicidio effettivi, che tristemente contraddistinguono questo tipo di persone.

A tal proposito, per capire l’entità del fenomeno, basti pensare che, nel corso della vita, circa l’80% delle persone con disturbo da dismorfismo corporeo manifesta ideazione suicidaria, e il 25-30% di questi tenta infine il suicidio. Si tratta dunque di una problematica da non sottovalutare, e da affrontare non appena la si identifichi, in sé o in qualcuno a noi vicino.



Come intervenire

 

Dal momento che molti individui con dismorfismo corporeo provano un forte imbarazzo o esitazione nel condividere i propri pensieri con gli altri, per paura di essere fraintesi, i familiari o gli amici sono spesso confusi e disorientati. Tipicamente si riconosce l’esistenza di un problema, senza riuscire però ad identificarlo. Il difetto fisico di cui si preoccupano queste persone non è visibile agli altri o è così lieve che i familiari hanno difficoltà a comprendere il suo dolore emotivo e i suoi comportamenti, i quali sono spesso giustificati come eccentrici o sopra le righe.

Come se non bastasse, i sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo possono essere molto simili a quelli di altre patologie, come la depressione, l’ansia sociale o il disturbo ossessivo compulsivo. In effetti, questo disturbo si manifesta molto spesso insieme ad altre problematiche, che rendono il quadro ancora più complesso e difficile da affrontare.

 

La maggior parte delle persone che soffre di dismorfismo corporeo è riluttante a ricorrere alla terapia psicologica o ai farmaci psichiatrici, preferendo credere che i chirurghi estetici e i dermatologi possano offrire soluzioni più efficaci e rapide rispetto a un professionista della salute mentale.

Se da un lato incoraggiare la persona amata a cercare un trattamento può essere difficile e impegnativo, è necessario costruire una relazione di fiducia e comunicazione, attraverso cui incoraggiare, in maniera graduale, un cambiamento positivo.

 


Chi cerca di aiutare una persona cara con questo problema dovrebbe inoltre tenere a mente che, molto spesso, intraprendere un percorso psicologico è fonte di ansia e timore. È necessario quindi essere pazienti e cercare di comprendere la difficoltà che scegliere di farsi aiutare comporta, senza supplicare o forzare il trattamento.

Piuttosto, l'idea di cercare un aiuto esterno può essere introdotta con delicatezza, non troppo spesso, magari suggerendo i benefici che si possono trarre da un sostegno per migliorare la depressione o l'ansia associata all'insoddisfazione per il proprio aspetto. Per la persona potrebbe essere meno intimidatorio chiedere un aiuto per affrontare la depressione e l'impatto che il dismorfismo ha sulla sua vita, piuttosto che affrontare direttamente il disturbo in sé.

 

È importante considerare che esprimere la propria preoccupazione per la persona amata può essere sì una motivazione per cercare aiuto, ma può anche aumentare il senso di colpa. Per questo è preferibile mantenere l'attenzione su come la persona amata possa beneficiare del sostegno di un professionista, piuttosto che esprimere come la sua malattia influisca negativamente su di sé e sulla propria vita.

In questo senso, è essenziale creare un ambiente positivo e di sostegno, trascorrendo del tempo con la persona amata e rassicurandola sulla propria disponibilità e vicinanza. Non si deve dimenticare che la maggior parte degli individui affetti da dismorfismo corporeo lotta contro la bassa autostima, la vergogna e il senso di colpa, per cui ogni sostegno, anche se può non sembrare nell'immediato, fa la differenza.

A questo proposito, avere a che fare con una persona che soffre può essere fonte di dolore, rabbia, frustrazione e disperazione. Per questo motivo è essenziale riuscire a prendere consapevolezza dei momenti in cui, per poter aiutare, si deve prima ricevere aiuto, cercando la consulenza e il supporto di un professionista.

 


Dal punto di vista professionale, l’intervento per il disturbo da dismorfismo corporeo presuppone una rielaborazione cognitiva e la messa in discussione dei propri errori di valutazione, in modo da portare all’accettazione della propria identità, il vero problema sottostante all’espressione sintomatologica.

L’obiettivo del percorso psicologico è molteplice. Da un lato, si aiuta l’individuo a sviluppare una visione estetica più accurata e funzionale, e contemporaneamente si lavora per impedire la messa in atto dei comportamenti ripetitivi eccessivi (ad esempio specchiarsi continuamento o escoriarsi). Inoltre il paziente è accompagnato gradualmente a partecipare e sentirsi più a proprio agio nelle situazioni sociali.

 

In questo modo la persona potrà costruirsi un’identità più realistica e rispondente alle proprie caratteristiche e desideri, con un rapporto più sano e sereno con il corpo e, di conseguenza, anche con il mondo esterno.

 

0 commenti:

Posta un commento