07 marzo 2021
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Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, che possono presentarsi già in età infantile, generalmente tra i 9 e gli 11 anni, e durante l’adolescenza.
Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi intrusivi e ripetitivi, e sono percepite, dalla persona che li sperimenta, come incontrollabili e inevitabili. Tali pensieri risultano terribilmente disturbanti, e sono solitamente giudicati come infondati o eccessivi, ma comunque al di fuori del proprio controllo. Sono presenti in modo costante e ripetuto e non danno tregua, fino ad assorbire gran parte dei pensieri della giornata. Esempi di ossessioni possono essere preoccupazioni ricorrenti per la contaminazione da germi, apprensione per la possibilità che un membro della famiglia possa ammalarsi, o eccessiva inquietudine in relazione al disordine.
Nei bambini e negli adolescenti le ossessioni più frequenti sono quelle che riguardano lo sporco, le ossessioni dubitative (“Avrò chiuso la porta?”), di simmetria fisica, sessuali o a contenuto aggressivo. In genere il bambino ha comportamenti di base meticolosi, puntigliosi e pignoli, e presenta un eccessivo bisogno di ordine, che si può manifestare attraverso il timore di fare o dire qualcosa di sbagliato (quindi fuori posto, fuori “ordine”). Piuttosto frequentemente è possibile identificare un'associazione con atteggiamenti fobici, come paure delle malattie, di contaminazione o di infezioni.
Dall’altra parte, le compulsioni sono comportamenti ripetitivi, rituali (ad esempio lavarsi le mani o controllare che le serrature siano chiuse) o azioni mentali (come contare, pregare, ripetere alcune frasi) che i bambini e gli adolescenti si sentono obbligati a mettere in atto al fine di prevenire il verificarsi di eventi temuti, e ridurre quindi l’ansia associata alle ossessioni. Per fare un esempio, si potrebbe pensare: “Se faccio una preghiera tutte le volte che mi lavo le mani, non contrarrò un virus mortale”.
I bambini e gli adolescenti con disturbo ossessivo-compulsivo possono cercare di ignorare questi pensieri o di evitare i comportamenti, ma, se il disturbo è radicato, non ne sono in grado o, più frequentemente, non si sentono in grado di farlo.
Le ossessioni e le compulsioni occupano molto tempo nell’arco della giornata di chi ne soffre, e interferiscono non poco con la routine quotidiana.
Le differenze tra bambini e adulti
Contrariamente a ciò che avviene per l’adulto, che generalmente critica e valuta le proprie ossessioni e i relativi comportamenti compulsivi come esagerati ed irragionevoli, i bambini possono non avere una piena consapevolezza delle proprie difficoltà. Pertanto, è possibile che non riconoscano l’irragionevolezza delle proprie compulsioni e dei pensieri ossessivi, attribuendovi piuttosto un significato o una utilità, allo stesso tempo non comprendendone la problematicità per se stessi, così come per i familiari.
Rispetto agli adulti, inoltre, nei bambini sono piuttosto rare le ossessioni “pure”, ovvero ossessioni senza la presenza di comportamenti compulsivi, solo pensieri senza azioni conseguenti. Discorso diverso per le compulsioni, che nei più piccoli possono presentarsi in maniera autonoma, come azioni senza ossessioni.
In particolare i bambini piccoli tendono a manifestare maggiormente dei comportamenti di tipo compulsivo, che risultano spesso difficili da distinguere da tic nervosi.
Così, ad esempio, i bambini di 6-8 anni presentano spesso elaborati rituali di lavaggio e di controllo senza che siano evidenti dei pensieri di natura ossessiva.
Come riconoscerlo
Dal momento che i bambini e i ragazzi tendono a nascondere le proprie ossessioni e i comportamenti compulsivi, potrebbero servire mesi o addirittura anni, prima che i genitori o gli insegnanti si accorgano della problematica. La soppressione dei sintomi viene attuata in particolare quando si è in mezzo agli altri, come a scuola. Il forte bisogno di accettazione da parte dei propri pari motiva i bambini a nascondere pensieri e comportamenti, che potrebbero essere considerati strani, e quindi imbarazzanti, dalle altre persone.
Spesso, inoltre, i pensieri e i comportamenti dei bambini sono fraintesi dai genitori, dai coetanei e dagli insegnanti, che possono interpretare alcuni atteggiamenti ossessivo-compulsivi come oppositivi, provocatori o giudicarli come preoccupazioni prive di significato.
Come se non bastasse, la manifestazione del disturbo può variare nel tempo e nelle circostanze. I sintomi possono accentuarsi in determinati periodi stressanti e modificarsi nella loro manifestazione a seconda della situazione. Così i bambini possono essere in grado di resistere alle ossessioni e alle compulsioni a scuola, ma non riuscirci a casa.
Tendenzialmente i sintomi del disturbo ossessivo compulsivo si manifestano più frequentemente e intensamente a casa piuttosto che a scuola. Svolgere semplici attività quotidiane può diventare molto stressante, sia per il bambino sia per la sua famiglia, fino a portare ad un senso d’impotenza e perdita di speranza.
Il bambino o il ragazzo può mettere in atto delle azioni, ripetute sempre nello stesso modo, allo scopo di evitare delle conseguenze temute. Per esempio, può continuare a lavarsi le mani per paura di essersi contaminato, oppure mantenere un ordine eccessivo per non incorrere in conseguenze fatali per sé o gli altri. Altri possibili segnali di preoccupazione possono essere un tempo eccessivo trascorso in bagno o un consumo smodato di sapone o bagnoschiuma, così come la presenza di rigidi rituali da ripetere appena svegli o prima di andare a dormire. In particolare, questi sono distinguibili dalle semplici routine in quanto la loro interruzione o impedimento provocano sofferenza e rabbia eccessive.
I bambini e i ragazzi con un disturbo ossessivo compulsivo, diventando molto ansiosi, tendono a cercare continue richieste di rassicurazione dai genitori, come ad esempio chiedere conferma alla madre di averli visti chiudere la porta di casa.
Dal punto di vista
scolastico, si può individuare la tendenza ad impiegare troppo tempo
nello svolgimento dei compiti, per l’esagerato bisogno di
precisione, insieme alla presenza di quaderni strappati a causa delle
continue cancellature.
Se a casa i bambini e gli adolescenti possono mostrarsi insicuri e ansiosi, a scuola potrebbero non riuscire a resistere alle loro ossessioni e compulsioni, con considerevoli conseguenze sul rendimento scolastico.
Oltre ai segnali già descritti, in ambito scolastico è possibile osservare difficoltà di attenzione, lentezza nel portare a termine i compiti assegnati e anche rifiuto di svolgere le consegne. I bambini e i ragazzi possono porre frequenti richieste di andare in bagno o possono rifiutarsi di prestare o far toccare il proprio materiale agli altri. Anche per questi motivi, l’isolamento sociale e il ritiro dall’interazione con i pari sono conseguenze molto comuni, così come la presenza di una scarsa autostima.
Le ossessioni e le compulsioni più comuni in bambini e adolescenti
Le ossessioni di
contaminazione risultano decisamente le più comuni nei bambini e
negli adolescenti. Si tratta di timori eccessivi di poter venire
contaminati da sporcizia o da germi, il che porta ad eseguire
numerosi e scrupolosi lavaggi, seguendo rigide regole auto imposte.
Tuttavia, provare ansia al pensiero di essere contagiati non porta necessariamente solo a compulsioni di pulizia eccessiva. La paura potrebbe essere legata all’idea di contaminarsi toccando alcune parti del corpo o alcuni oggetti personali, che porta al rifiuto assoluto di entrarvi in contatto. Di conseguenza, è possibile osservare bambini che rifiutano di farsi la doccia, di allacciarsi le scarpe o di toccarsi i capelli, arrivando a non riuscire più a mantenere un aspetto curato e pulito.
Anche le compulsioni di verifica sono piuttosto diffuse in età evolutiva, spesso legate alla paura di provocare danni a sé o ad altri. Il pensiero di poter essere responsabili di un’eventuale tragedia determina uno stato di forte apprensione, che porta, nel tentativo di contenere l’ansia, ad impiegare un tempo eccessivo per controllare l’avvenuta chiusura di porte o finestre, piuttosto che lo spegnimento di interruttori della luce o apparecchi elettronici.
In alcuni casi possono essere presenti delle ossessioni superstiziose relative ai numeri. In altre parole, i bambini o i ragazzi possono avere numeri “fortunati” e numeri “sfortunati”, il che può motivarli a ripetere un’azione per un determinato numero di volte, o a dover contare fino a un dato numero prima di agire.
In maniera simile, sono comuni le compulsioni di ripetizione, ad esempio entrare e uscire dalla porta, leggere un testo più volte oppure cancellare e riscrivere parole finché non si sente di averlo fatto nel modo ritenuto corretto.
Le compulsioni di ordine e simmetria, ossia riguardanti la disposizione degli oggetti, sono anch’esse piuttosto diffuse. Gli oggetti devono essere disposti in maniera rigorosa e simmetrica, in modo che, ad esempio, i libri debbano essere perfettamente allineati oppure le penne appoggiate ordinatamente sulla scrivania.
Infine, i bambini e gli adolescenti con un disturbo ossessivo compulsivo presentano di frequente delle ossessioni di natura aggressiva relative al timore di poter danneggiare gli altri o se stessi. Questi pensieri sono tipicamente associati a perfezionismo e rigidità morale. Tra i comportamenti messi in atto per tenere sotto controllo l’ansia, questi bambini potrebbero chiedere ad un adulto di svolgere al posto loro delle attività ritenute pericolose, come ad esempio tagliare il cibo, potrebbero rifiutarsi di toccare coltelli e altri oggetti appuntiti oppure potrebbero pretendere di nascondere tutti gli oggetti affilati della casa.
Distinguere normalità e patologia
È essenziale riconoscere che, nelle varie fasi di sviluppo, i bambini possono presentare numerosi comportamenti di natura compulsiva e rituale, funzionali al bisogno di controllo sul proprio ambiente e alla gestione di ansie e paure. Tali comportamenti risultano piuttosto comuni nei bambini di età compresa fra i due e gli otto anni, con caratteristiche diverse a seconda del grado di sviluppo.
Ad esempio, intorno ai sette anni è piuttosto diffusa la tendenza a raccogliere oggetti, per cui i bambini sono portati a collezionare figurine, fumetti, pupazzi e bambole. Tra i sette e gli undici anni, invece, è comune una certa rigidità morale, per cui, quando il gioco è legato soprattutto al rispetto di regole, un comportamento non conforme può scatenare accese proteste, pianti e grida.
Il processo di acquisizione del senso di controllo sulla propria vita può portare alcuni bambini a sviluppare credenze superstiziose e una sorta di “pensiero magico”, ossia la convinzione di poter controllare gli eventi attraverso il potere dei propri pensieri o comportamenti. Di conseguenza, ad esempio, dei numeri ritenuti fortunati e delle parole in rima possono favorire lo sviluppo di un senso di controllo e di padronanza.
In modo simile, dei piccoli rituali possono aiutare i bambini e gli adolescenti a contenere e gestire l’ansia legata alla separazione e a migliorare la socializzazione.
Se con la crescita la maggior parte di questi rituali scompare naturalmente, al contrario i comportamenti compulsivi del bambino con disturbo ossessivo compulsivo sono persistenti nel tempo e decisamente invalidanti, in quanto causano sofferenza, sentimenti di vergogna, ritiro sociale e isolamento.
Come intervenire
La gestione dei comportamenti ossessivi-compulsivi può costituire una grande difficoltà, sia in ambito domestico che a livello scolastico.
Per questo motivo, il professionista psicologo può intervenire avvalendosi di tecniche specifiche come il parent training, con lo scopo di fornire ai genitori delle strategie di intervento finalizzate a mettere in atto comportamenti adeguati nei confronti del bambino o del ragazzo, che non rischino di incoraggiare i sintomi, concentrandosi sul ridurne la frequenza.
Lo psicologo può sostenere la famiglia nel comprendere la natura del disturbo ossessivo-compulsivo e le sue conseguenze, aiutando ad entrare in empatia con la sofferenza del bambino e a comprenderne le caratteristiche e le difficoltà. In questo senso, un buon punto di partenza è l’osservazione dei comportamenti e delle manifestazioni del disturbo, insieme alla registrazione di informazioni quali i momenti della giornata in cui si manifestano maggiormente le compulsioni, la loro frequenza, la durata e la modalità di comparsa.
La famiglia può essere sostenuta nell’evitare di colludere con i comportamenti del bambino o del ragazzo, anche involontariamente o spinti dalle migliori intenzioni, ad esempio mettendo a disposizione grandi quantità di sapone o offrendosi di fare qualcosa al posto suo.
Allo stesso modo, l’intervento dello psicologo è importante per comprendere l’importanza di resistere al bisogno, inevitabile, di fornire rassicurazioni che, per quanto efficaci nell’immediato, riducono l’ansia del bambino solo per un breve periodo, e ottengono un effetto contrario se reiterate nel tempo. Un intervento efficace comprende, invece, il riconoscimento degli sforzi compiuti per resistere ai sintomi, premiando anche i più minimi tentativi di reazione alle compulsioni.
La famiglia è poi essenziale per sostenere il bambino o il ragazzo nel procedere per piccoli obiettivi, così che abbia più occasioni per sperimentare dei successi, con ricadute positive sulla motivazione e sull’autostima.
Oltre al parent training, in questo senso, l’utilizzo di una tecnica specifica, definita di esposizione con prevenzione della risposta, permette a bambini e adolescenti di confrontarsi con le proprie paure, in modo graduale e controllato. Seguendo una progressione che porta il soggetto ad avvicinarsi sempre più alla situazione temuta, potranno così scoprire, insieme allo psicologo, delle risposte più adeguate rispetto ai rituali messi in atto fino a quel momento.
Sfruttando questa tecnica, si darà loro la possibilità di prendere consapevolezza di quanto sia improbabile che i propri timori si trasformino in realtà, oltre a riconoscere che anche le sensazioni di ansia più intense possono essere tollerate e gestite.
Attraverso la pratica e la persistenza, il bambino imparerà a tollerare gradi sempre maggiori di ansia e incertezza, senza dover ricorrere alla rassicurazione (provvisoria) data dai comportamenti compulsivi.
Il disturbo ossessivo compulsivo è uno dei disturbi più diffusi tra bambini e adolescenti e risulta particolarmente invalidante e resistente nel tempo. In particolare, rispetto alla forma adulta, il disturbo si manifesta in maniera più subdola e meno definita, ma non per questo meno insidiosa. Tuttavia, attraverso un intervento precoce e mirato, che vede la collaborazione in primo piano dei genitori, è possibile sostenere il bambino o il ragazzo a trovare modalità maggiormente adeguate per affrontare le proprie ansie e le proprie insicurezze.
Informazioni personali
- Emma Messina
- Sono una psicologa abilitata e un’insegnante, con esperienza più che quinquennale nel settore.
Nel mondo scolastico, ho maturato un'esperienza particolare nei confronti di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, problemi di motivazione e di ansia da prestazione. Da anni tengo lezioni sul metodo di studio a studenti di ogni età, per promuovere l’autonomia, rinforzare l’autostima e recuperare le abilità scolastiche.
Parallelamente, offro un servizio di sostegno ai genitori, affinché possano mantenere e consolidare i risultati ottenuti dai figli in un clima di serenità e reciproca comprensione.
Servizi offerti:
- Processo di diagnosi e Valutazione Psicologica;
- Tutoring elementari/medie/superiori/università;
- Orientamento;
- Crescita personale;
- Sostegno genitoriale;
- Consulenza psicologica.
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